TESTI

 

LA TUA GIOSTRA 

(L.Nardozza)

 

Schiacciato tra la folla

Sembri così distante
Non guadagni
che un centesimo di niente

E quando arriva sera

Intravedi un crampo

È già ritorno

 

Confuso alla parete
Le labbra tue socchiuse

Come ad implorare il bene

Che ti infuse
Il primo tuo respiro
Il tuo primo sogno
Ed ogni tuo risveglio

 

Ecco che riparte
La tua giostra
Come stelle in riva al mare

Passano ombre di se stesse

Come fai a sentire
Il filo, quella connessione

Che ci lega tutti

 

La mano sopra al petto
A noi sembri distratto
Metti in luce ogni sfuggevole difetto Le nostre mani chiuse
Il nostro cuore spento
L'assenza dell'incanto

 

La gamba malridotta
Il vestito che si imbratta
Hai deciso che di nulla più ti importa Non ti concedi al male
La grata e il suo calore
Sostituiscon le persone

 

Ed ecco che riparte
La tua giostra
Come stelle in riva al mare

Passano ombre di se stesse

Come fai a sentire
Il filo, quella connessione

Che ci lega tutti

 

Non hai nessun padrone
La libertà del niente
La fiducia ormai va oltre le persone

E quella brezza senti
Nell'aria di maggio
Siam tutti di passaggio

 

E noi solo burattini della giostra Come lucciole di sera
Al buio ci incontriamo e basta

Senza mai sentire

Il brivido e la connessione

Che ci lega tutti

 

Ed ecco che riparte
La tua giostra
Come stelle in riva al mare

Passano ombre di se stesse Come fai a sentire
Il filo, quella connessione

Che ci lega tutti

 

 

IL MIO PRIMO SBAGLIO

(L.Nardozza)

 

Scusa, forse per la prima volta
Ho messo i pezzi tutti in fila
Ci ho messo un po' di tempo,

senza fretta

Cullato da testate al muro

 

Ebbene portati via l'istante del mio primo sbaglio

Allora portati via l'orgoglio e tutto questo sdegno.

 

Vedi, tutti ci mettiamo all'asta

Non ci pensare, niente resta
E so che tu ti aspetti una risposta

Ma le mie ossa han detto basta

 

Allora portati via l'istante del mio primo sbaglio

Allora portami lì all'estate del mio primo abbaglio

 

E prendi la mia mano

Tra di noi nessuno

Senza fingere con te

Stelle, sangue e suolo

Non ci contiene il cielo

Ma ora porti via con te

Il mio primo sbaglio

 

Comprendo le tue motivazioni

Nei modi non siam proprio uguali

Il cuore non vuol sentir ragioni

Vedo che in due ora siam speciali

 

E allora portati via l'istante

del mio primo sbaglio
E allora portami lì all'estate

in cui ero più sveglio

 

E prendi la mia mano
Immensi come il cielo
Senza fingere perché eravamo

Valli, vette e suono
Tra di noi nessuno
E adesso porti via con te

Il mio primo sbaglio

 

Scusa, per quell'infinita volta
Non ti son stato vicino
Ma posso pronunciare a testa alta

Ho fatto i conti col destino

 

E prendi la mia mano
Tra di noi nessuno
Senza fingere con te, eravamo

Sangue, stelle e suolo

Non ci contiene il cielo

Ma ora porti via con te

Il mio primo sbaglio.

 

 

APRILE

(L.Nardozza)

 

C'era un tempo in cui un viaggio Anche di pochi passi non finiva mai Stretti tutto il pomeriggio
Sotto le coperte come degli dei

 

Quell'aprile lo cancellerei
Salto un mese che non si sa mai

Prese di coscienza e l'insistenza

Per le cose che mi dai

 

Gita fuori porta sarà aperta
Quella nuvola per fare un videoclip Non mi hai fatto male
Smetti di strillare
Metti tutto quanto in mute

 

Quell'aprile cosa ha detto a te

Prendi il trono e scaccia via il tuo re Prese di coscienza e la coerenza solo Per le cose che tu vuoi

 

Nel cappello i nostri sogni

Doni da scartare
Quando dopo in macchina

Lieti e rilassati

I giorni via veloci
Non c’è spazio per l’oscurità

 

Quell’aprile in contropiede noi

Che se passa uno sciacallo, guai Mantide o farfalla
Adoro tutto quel che sei

 

Quel viaggio a Viareggio
Tutto il pomeriggio nuvole e semplicità

Passeggiando in riva al mare la premonizione, forse tutto finirà

 

Quell'aprile dove stavo io Concentrato su quello che è mio Prese di coscienza e l'arroganza

Non mi fa apprezzare ciò che c'è

 

Mano che si allenta
sento la tua assenza
I tratti in volto son cambiati già Frangia che si accorcia,
Voce che si sporca
Passi più sinuosi di così

 

Quell'aprile in fondo è tutto mio Libertà concessa dal mio dio

Prese di coscienza a la distanza Immensa, tutto è scritto già.

 

Tu e la tua coerenza

Io con la mia assenza

Tutto è scritto già

 


 

FRASTUONO DI PASSI

(L.Nardozza)

 

Tutto è pronto
Non c’è tempo
Il cuore è spento
Per il vostro incontro

Lasci qui l’indifferenza

Rende amara la partenza

Cosa non si fa per quelle

Poche ore di passione

 

Sguardo attento

Labbra chiuse Incrocio un lampo

Un dubbio, un forse

“Scusa, devo andare a lavorare,

vai pure a dormire”

Porta che si chiude
Non c’è ingresso

All’universo del tuo cuore

 

E resto ad ascoltare
Quel frastuono di passi All’improvviso siamo estranei

Siam diversi
La stanza sembra immensa
Ed io con gli occhi rossi
A domandarmi cosa faccio qua

 

Tu nell’auto
Sfrecci a più non posso

"Forse non mi han visto"

Porta che si apre
Ecco l’ominide
Già lo conosco
“Presto, ho poco tempo”

Alla finestra già
Si affaccia il mio ricordo

 

Ti agiti tra le lenzuola
Un brivido percorre il letto

Tutta colma del fragore

All’interno un cuore rotto

“Fai più forte
Non voglio sentire Il suo rumore”

 

E resto a immaginare

Se il frastuono di passi

Sia indice del fatto

Che ci siamo persi

La stanza ancora immensa

Ed io con gli occhi rossi
A domandarmi
Ha senso stare qua?

 

“Dove sono, cosa ho fatto
Questo manco lo conosco
Forse faccio in tempo a rimediare”

Tra di noi un abisso
“Meglio se gli parlo
Forse è ancora sveglio”

 

Ma qualcosa già ti frena
La paura è entrata in testa

Fingere ha più senso
E poi non voglio rovinar la festa

Scuse sopra scuse
"E poi con lui io stavo male"

 

Ed io nella mia stanza

Con quegli occhi rossi

Come per istinto
Già raccolgo i pezzi

Lontano riconosco

Il suo frastuono di passi
“Tesoro, come mai sei ancora qua?”

 

E resto ad ascoltare
Quel frastuono di passi All’improvviso siamo estranei

Siam diversi
La stanza sembra immensa
Ed io con gli occhi rossi
A domandarmi cosa faccio qua

 

Quando la realtà fa breccia

Dopo mesi fatti di illusione

E ti vuoi fare una ragione
E provi a non sentire

Vedi che accettare
È il solo modo di guarire.

 

 

IL FOLLE MIO LIBRARMI IN VOLO

(L.Nardozza)

 

Uomo o bambino è lo stesso

Il sogno non è poi diverso

Sentirsi pagine da colorare

Senza mai farsi male

 

Colpi d'amore come caramelle

Acciuffo la vita, adesso troppe balle

Mi sembra folle il mio librarmi in volo

Quasi senza un pensiero

 

Strade dissestate

Ho cancellato le orme

Muro invisibile ma cicatrice enorme

Un'alba nuova con la stessa pelle

Senza più farsi male

 

Sento la tua mano

Qui tra i miei capelli

Come quando immersi

In mezzo ai campi gialli

A ogni tramonto prendevamo il volo

Ci bastava un respiro

 

E ho dirottato la vita

Ad allontanarmi da te

Povera luna indifesa

Adesso ho soltanto me

 

Linea sospesa da adesso

Mi sento già meglio se posso

Librarmi in volo per ricominciare

A dar retta al sentire

 

Colpi di coda come caramelle

Mi alzo alle quattro

Con un pensiero folle

Era una favola, una fantasia

Quella di esser due stelle

 

Lacrime sgorgano

Ho finito i Kleenex

Mettiti comoda, ho scritto già la fine

E guarda il folle mio librarmi in volo

Senza più il tuo pensiero

 

 

E ho dirottato la vita

Ad allontanarmi da te

Povera luna indifesa

Adesso ho soltanto me

 

 

 

 

NON E’ COLPA DI NESSUNO

(L. Nardozza)

 

Non è colpa di nessuno
Se ogni cosa sul nascere
È solo pura poesia, fiori rosa

Di pesco, sei l'anima mia

 

Non è colpa di nessuno
Se col tempo si insinuano
I non guardare toccare
Annusare mostrare sei tutto per me

 

Non è colpa di nessuno

Se non senti più gli angeli

Con destrezza e purezza

Gli hai tolto la verginità

 

Quanta strada ancora non so

Dovrò seguire per spiccare il volo Questa voglia di integrità
Mi sta schiacciando al suolo

 

Non è colpa di nessuno

L'altalena dà i brividi
Un po' su e poi giù e ancora su

Al centro proprio non sto

 

Non è colpa di nessuno

Le libellule crescono
E ti arriva un biglietto
Su scritto non cercarmi più

 

Quante corde ancora non so
Dovrò cambiare per trovare il suono Questa voglia di intimità
Mi sta lasciando solo

 

Quante cose ancora non so

Dovrò lasciare per spiccare il volo Questa voglia di infinità
Fa sprofondare in cielo

 

Non è colpa di nessuno
Se i silenzi ci uniscono
Come note vibrate

Dal mio animo al tuo

 

E non è colpa di nessuno

Se non mi so arrendere

Se ho finto che ho spento

Ogni cosa con te

 

Non è colpa di nessuno
Se la vita dai tetti qui
È diversa, bizzarra, maldestra

Forse un po' come te

 

Quante corde ancora non so
Dovrò cambiare per sentire il suono Questa voglia di infinita'
Fa sprofondare in cielo

 

Quante corde ancora non so

Dovrò spaccare per spiccare il volo Questa voglia di infinita'
Rimane un bel mistero

 


 

DIMMI

(L.Nardozza)

 

Dimmi a questo punto della storia

Ce l'hai fatta a mantenere

La promessa fatta a questa vita

 

Dimmi in che girone dell'inferno

Affannata giri in tondo

Con la tua faccia sbiadita

 

Saltellano qua e là

Memorie d'anni fa

Risate e palloncini

Ti facevano star bene

 

Strattonano qua e là

Copiose quantità

D'istanti in cui quel miele

Era lì a disposizione

 

Rincasi e senti il vuoto che s'affolla

Nella gabbia di cristallo

No che non ti puoi sentir sicura

Ondate con tempismo allucinante

Che poi basta quasi un niente

A scatenare la paura

 

Si incendiano qua e là

Disegni d'anni fa

Che quel tuo animo di bimba

Dava senza ogni prudenza

 

Serpeggiano qua e là

E per necessità

Ritornan nell'abisso

Cancellate troppo presto dalla storia

 

Quel tuo tacere tutto

Non dà spazio neanche

Per capire che

C'é da elaborare un lutto

 

Con gli occhi bassi

Segui la tua ombra

Guarda quanta consistenza

Accanto a te è già più profonda

 

Tradiscono qua e là

I tuoi sguardi

Quell'assenza di riguardi

E già non guardi

Più dall'altro lato della strada

 

Si intrecciano si sa

Nuove matasse

E poi a che valgon le rincorse

Quando il fuoco sale in testa

Non c'è storia

 

Scintillano qua e là

Come secoli fa

Cortine di rumori

Sole in faccia e mille situazioni

 

Lambiscono qua e là

E con difficoltà

Ritornan nell'abisso

Quasi erose dall'adesso

E senza gloria

 

E dimmi, se la libertà è il tuo vanto

Come hai fatto ad esser schiava

Di una pagina nel vento

 

 

LA RONDINE CONFUSA

(L.Nardozza)

 

All’ombra della quercia in festa
A un tratto era sparita l’allegria dal ramo La rondine con le ali infante
Affronta l’orizzonte sembra più lontano

 

Prendilo tu quel fiore
Non posso regalarti altro

Lividi e confusione
Ti stringo e intanto spengo

Il fuoco che hai acceso

 

La rondine, occhi lucidi e decisi

Alza lo sguardo al cielo limpido Attende il suo momento
Il volto preso da un’insolita paura

 

Sentilo tu il mio cuore
Non riesco proprio a decifrarlo Aspetto l’ispirazione
Intanto resta qui, stammi vicino Sennò cado

 

Il ramo, sua dimora
Non le appare come prima

E ne esce un gemito

Quella sua fitta al petto
In controluce
Sembra quasi una poesia

 

Seguilo tu il mio cuore
Non voglio proprio assecondarlo Aspetto l’ispirazione
Intanto resta qui, stammi vicino Tienimi per mano

 

La rondine ha deciso, è disillusa

Offre il suo cuore al cielo limpido

Ne tiene un pezzettino per se stessa Che in futuro poi chissà...

 

Prendilo tu quel fiore
È proprio ciò di cui hai bisogno

La rondine sa svanire
Va bene, sembra strano
Ma anche questo è amore

 

 

QUELL'ALTRA META'

(Luciano Nardozza)

 

Ciao, come ti chiami

Di che segno sei

Che voce sottile

Resto a bocca aperta

Quel tuo viso

Quante forme sa prendere

 

Se vuoi ci rivediamo

Non so almeno

Per convincere quell'altra metà

Che la tenerezza vince

Su ogni cosa

Ti stai per arrendere

 

Trovami, scoprimi

E' un nascondino vero

Questo gioco

Riempimi, affollami

La sete non si estingue

 

Trovami, scoprimi

E' un nascondino vero

Questo gioco

Riempimi, affollami

Piuttosto vieni al dunque

 

Sento quel legame

Forse è vero amore

Volo sul fiume

Fiumi di parole

Sotto i portici

Con i baci che parlano

 

Senza far rumore

Sulle scale

Convincevi

Quella mia altra metà

A lasciarsi andare

Via la rabbia

Via ogni assurdo timore

 

Cercami, scoprimi

Chi mostra tutto

Perde in questo gioco

Riempimi, lasciati

Piuttosto vieni al dunque

 

Trovami, scoprimi

E' un nascondino vero

Questo gioco

Riempimi, affollami

La sete non si estingue

 

Ti incontro a mani vuote

Senza frasi fatte

Senza certezze

Gli occhi tuoi dei vortici

Giochi frenetici

Le nostre coccole

 

Se vuoi ci rivediamo

Non so almeno

Per convincere

Quell'altra metà

Via quella corazza

Dammi una carezza

Mi sto per arrendere

 

Trovami, scoprimi

Non voglio più sentire

Questo vuoto

Riempimi, affollami

La sete non si estingue

 

Spostati, copriti

Sei veramente a nudo

In questo gioco

E ancora dimentichi

Che ciò che viene

Se ne va


 

PRIMA CHE IL TEMPO

(L. Nardozza)

 

Un unico rintocco

Cambia scenario

Conosci l'abbondanza

Di chi non si sente solo

 

Stretti attorno al fuoco

Con poche lire
Grati i loro occhi
Lieti di trovarsi insieme

 

Fermati un po' con noi
Ti prego fermati
Prima che il tempo

Accenda il fuoco dell'oblìo

 

Guardati, ancora puoi

Sentire i battiti
Di cantilene antiche
E dolci melodie

Il sorriso più sincero
Ti apre alla vita
Rendi lieve il tuo pensiero

Abbandona la tua dura posa

 

Vivace il focolare
Umile il cuore
Dalle pieghe della veste

Ignoranza e dannazione

 

Fermati un po' con noi
Ti dico fermati
Prima che il buio
Avvolga tutto col suo oblìo

 

Guardati, ancora puoi

Sentire i mormorii

Richiami antichi

Odori e dolci melodie

 

 

SCOLPITA NEL VUOTO

(L. Nardozza)

 

Ora
Che la distanza nasconde i tuoi occhi Resta quel soffio di voce
A scomporre flebili sogni


Lo sguardo che un tempo
Cercava rapito e ammirato
Ora muove all’interno


Quel che volevo da te
Non esiste fintanto che

Striscio nel buio

 

Sento
Che la fragranza dei nostri momenti Rimane intatta, scolpita nel vuoto Come la scia di due stelle cadenti.

 

La voce che un tempo
Ascoltavo rapito e ammaliato
Ora mi agita dentro


Quel che volevo da te
Non esiste finché in casa
Non c'è nessuno

 

Viola
Come le labbra profuse di pianto

E quei tramonti intrisi di eterno

 

Viola
Come le note di un cantico etereo

E la lavanda fiorita d'inverno
Che aspetta il disgelo

 

Lunghe
Le ore fatte di ripensamenti
Quando avvinghiata alla vita
Nutrivi il sangue di cure incostanti


La luna che un tempo ammiccava a noi Stesi su un prato a tessere ali di seta Ora è più grande

Ammaccata e sgualcita
Ci culla in un lungo respiro

 

La nebbia in cui un tempo

Vagavo smarrito
Non è che un nebbioso ricordo

 

Mani invisibili tendono i fili

Rilassati, tu e lei:

Uno.

 

 

L'ALTALENA DEGLI UMORI

(L. Nardozza)

 

Gialle le casette in file

Imposte spalancate

Porte custodiscono

Le piccole cose

 

Suoni di campane scivolan

Tra le finestre

Da sonno e buio svegliano

Le spine e le rose

 

Salti giù dal letto

Sei certa del fatto tuo

Tutto è perfetto

 

Ali di farfalle

Vento tra le foglie

Meglio di così

Caldo è l'universo

Tutto è a posto

E' uscito il sole

 

Storpie le casette in fila

Anguste le finestre

Porte che impediscono

Di unire le cose

 

Ogni cosa è contro

Sparita tutta la magia

Finito è l'incanto

 

Sforzo ad ogni passo

Il mondo sembra avverso

Niente che fa click

Buia lontananza

Dall'essenza

Dov'è quel sole che era qui

 

L'altalena degli umori

Non ha proprio eguali

Sembra un film

Colora l'universo
Nero e rosso

Sto a guardare un po' da qui

Non mi sento perso

Forse


 

 

DEDICATA A VIOLA

(L. Nardozza)

 

Viola
Raggiante nel tuo candore

Devota ribellione

 

Viola
Con le ali dipingi silenzi

Imbevuti di vera bellezza

 

Viola
Sei la madre delle stelle

La figlia del mare

 

Viola
Girandola di rose

Culla della poesia

Lacrime che volan via

 

Viola
Nelle mani e negli occhi

La luce dell’arcobaleno

 

Viola
Come un mantra il tuo nome
Due farfalle che danzan nell’aria
E disegnano il nome di nostro signore

 

Viola
Anima dei giorni eterni

Sabbia e acqua di mare

 

Viola
Mentre tutto intorno è spento

Quasi morto

Appena dentro il tuo petto
Un germe di vita è risorto

 

Viola
Da quando sei nata
Ti ho visto spesso impegnata
Ad aggiungere stelle di carta

Tra le nuvole

E a colorare i fiori
Nei campi coi sorrisi
E riccioli d’erba ad adorare

Coi battiti del cuore

 

Viola,
Riverberi di vibrazioni eterne

I nostri sguardi

 

Viola,
Come gocce che cadono lente Assistiamo al divino sbocciare

 

Viola
Sei la madre delle stelle

La figlia del mare

 

Viola
Accarezzi le mie dita
Cerchi nella tua borsetta

Danza il fuoco che mi invita

 

Viola
Vibrazione primordiale

Madre di tutte le creature

 

Viola
Bruci incensi nel mio cuore

Io respiro le tue note

Siamo avvolti dalla pace

Solo tu, io e la luce

 

 

 

SCARPA

(L. Nardozza)

 

Scarpa, sulla strada sei finita

Chissà chi ti ha calpestato

Per decidere di andare

Contro ad ogni logica

 

Vivevi al caldo tra risate, cibo

E vesti risplendenti

Di ogni inutile
Rimedio all’incoerenza

 

Ti rodeva e ti spiazzava
Tra lusinghe e pentimenti
Ed alla fine ti dicevi:
“Non è vita questa”

 

Scarpa, arrivò primavera
E densa di promesse
Ti aspettava la tua nuova vita

Tutta da scoprire

 

E tra avventure, sassi,

Cieli d’ogni luce
E amici sul cammino

Speri di raggiungere
La pace oltre ogni limite.

 

Penso di sentire
La tua voce in petto
Che sussurra: “Libertà”
Giunge il suono del tuo passo

Ad ogni alba insegue “Libertà”.

 

Ti sei scagliata
Da quel finestrino in corsa

Nuvole oscuravano il chiarore Speranza che non muore

 

Scarpa
Sulla strada un po’ smarrita

Chissà perché hai rinunciato

Ad affondare
Le radici nella nuova vita

 

Vaghi tra le nebbie infreddolita Stanca e malandata
Il viaggio ha messo a dura prova

La tua consistenza

 

Ancora qualche miglio
Ed ecco l’alba nuova

Ti concede eternità


Muove un passo e non esiste più

Ha rinunciato alla sua identità

Penso di sentire la sua voce in petto
“È questa la realtà”

 

Scarpa

Tieni un piede nel tuo mondo
E torna a ricordarci il lungo
E coraggioso viaggio

Verso l’Infinito

 

 

 

COME SE

(L.Nardozza)

 

Rami alla mercé della corrente

Schiuma bianca intrepida

E le onde

Inseguono

 

Come se non ci fosse un domani

Come se non ci fosse un domani

 

Ho visto pesci andar

Controcorrente

Dimentichi del mare all'orizzone

Tornano

Alla sorgente

 

Dimmi dov'è il domani

Come se non ci fosse un domani

 

Tu nuda

Sopra i prati di smeraldo

Le forme tue sfiorate

Il vento e il fango

Concediti

Come se non ci fosse un domani

Come se è tutto qui

Anche il domani

Come se non ci fosse un domani

 

Ne' inciampo

Ne' fardello

Non serve un piedistallo

Occhi verde-acqua chiusi

Fai un balzo e speri

Che non anneghi

 

Scoppietta allegro

Il fuoco del camino

Calda è la sua mano

Il suo respiro

Ti accoccoli

E alla sera non vedi il domani

Come quando

Non c'è più domani

Come se non ci fosse un domani

 

Piccola magia

Una nota

Che fa breccia

La pioggia

Le tue mani sulla faccia

Incontrano

 

Come se non ci fosse un domani

Come se questo qui

E' il tuo domani

Come se non ci fosse

Un domani